lunedì 28 settembre 2009

La religione è la cocaina dei popoli

Il testo che segue è un trancio di un articolo di Umberto Eco pubblicato su Repubblica il 25 Settembre 2009 (rielaborazione di un precedente articolo del dicembre 2007 pubblicato nella sua rubrica sull'Espresso "La bustina di Minerva") che parla di Saramago e del suo nuovo libro in uscita "Il Quaderno" di cui Eco ha composto la prefazione. Del libro in questione, raccolta degli interventi del blog di Saramago "O Caderno de Saramago", aveva già parlato oh cielo! tempo fa; nel frattempo però il blog ha chiuso.

[...] Si è detto dell'ateismo militante di Saramago. In effetti la sua polemica non è contro Dio: una volta ammesso che «la sua eternità è solo quella di un eterno non essere», Saramago potrebbe starsene tranquillo. Il suo astio è verso le religioni (ed è per questo che lo attaccano da varie parti, negare Dio è concesso a tutti, polemizzare con le religioni mette in questione le strutture sociali). Una volta, proprio stimolato da uno degli interventi antireligiosi di Saramago, avevo riflettuto sulla celebre definizione marxiana per cui la religione è l' oppio dei popoli. Ma è vero che le religioni hanno tutte e sempre questa virtus dormitiva? Saramago a più riprese si è scagliato contro le religioni come fomite [motivo] di conflitto: «Le religioni, tutte, senza eccezione, non serviranno mai per avvicinare e riconciliare gli uomini e, al contrario, sono state e continuano a essere causa di sofferenze inenarrabili, di stragi, di mostruose violenze fisiche e spirituali che costituiscono uno dei più tenebrosi capitoli della misera storia umana» ( la Repubblica, 20 settembre 2001). Saramago concludeva altrove che «se tutti fossimo atei vivremmo in una società più pacifica». Non sono sicuro che avesse ragione,e sembra che indirettamente gli avesse risposto papa Ratzinger nella sua enciclica Spe salvi dove diceva che è l' ateismo del XIX e del XX secolo, anche se si è presentato come protesta contro le ingiustizie del mondo e della storia universale, che ha fatto sì che «da tale premessa siano conseguite le più grandi crudeltà e violazioni della giustizia». Forse Ratzinger pensava a quei senzadio di Lenin e Stalin, ma dimenticava che sulle bandiere naziste stava scritto Gott mit uns (che significa «Dio è con noi»), che falangi di cappellani militari benedicevano i gagliardetti fascisti, che ispirato a principi religiosissimi e sostenuto da Guerriglieri di Cristo Re era il massacratore Francisco Franco (a parte i crimini degli avversari, è pur sempre lui che ha cominciato), che religiosissimi erano i vandeani contro i repubblicani che avevano pure inventato una Dea Ragione, che cattolici e protestanti si sono allegramente massacrati per anni e anni, che sia i crociati che i loro nemici erano spinti da motivazioni religiose, che per difendere la religione romana si facevano mangiare i cristiani dai leoni, che per ragioni religiose sono stati accesi molti roghi, che religiosissimi sono i fondamentalisti musulmani, gli attentatori delle Twin Towers, Osama e i talebani che bombardavano i Buddha, che per ragioni religiose si oppongono India e Pakistan, e che infine è invocando God bless America che Bush ha invaso l' Iraq.
Per cui mi veniva da riflettere che forse (se talora la religione è o è stata l' oppio dei popoli) più spesso ne è stata la cocaina. Credo che anche questa sia l' opinione di Saramago e gli regalo la definizione - e la sua responsabilità. [...]

Inoltre in questo stesso articolo per sottolineare che "Saramago non fa complimenti, ovvero non le manda a dire", Eco si lancia in un gustoso virtuosismo, una tripla citazione carpiata con paradosso finale:
"Cito (a memoria) Borges che citava (forse a memoria) il dottor Johnson che citava il fatto di quel tale che così insultava il proprio avversario: «Signore, vostra moglie, col pretesto di tenere un bordello, vende stoffe di contrabbando»."


P.s. Ho immesso nelle Traslazioni la rubrica di Eco sull'Espresso denominata "La bustina di Minerva".

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