giovedì 17 dicembre 2009

Episodi Medievali - Le Crociate.

Verso l’anno Mille, complice la spinta demografica ed economica che investe l’Europa in piena ripresa, e con essa la voglia da parte della Chiesa di liberarsi dell’ energia e della concorrenza del ceto cavalleresco - sempre in vena di scorribande e in costante cerca di nuovi feudi -, si assite al sorgere di una particolare forma di pellegrinaggio. Il 27 novembre 1095, nel famoso concilio di Clermont-Ferrand (città che, tra l'altro, darà i natali a Blaise Pascal), le parole di Urbano II (qui accanto ritratto nell'episodio in un affresco del XII sec.) danno il via a “quelle grandi gite di massa, organizzate dalla famosa agenzia turistica, la pontificia pax domini” (Riccardo Marasco), che in seguito verranno dette crociate.

Cruciata è in realtà un termine tardo, del XIII secolo, quando oramai il fenomeno si è istituzionalizzato ed è utilizzato dalla Chiesa contro molti dei suoi nemici politici (tacciati per l’occasione come infedeli, come gli eretici albigesi o Federico II, definito addirittura l’Anticristo). In origine l’invito di Urbano fu ad un pellegrinaggio - peregrinatio - di espiazione verso la Terrasanta. E in effetti di un pellegrinaggio si trattò, solo che fu un pellegrinaggio armato, come lo chiamano gli storici, perché, “visto che si passava per di lì”, Urbano invitò i pellegrini a dare un aiuto alla Chiesa d’Oriente contro gli infedeli.

Da ricordare, a proposito, che l’oppressione dei Turchi sulle comunità cristiane d’Oriente e sui pellegrini diretti a Gerusalemme non può essere considerata motivo decisivo per la crociata, visto che i cosiddetti “infedeli” , fin dai tempi di Maometto, erano stati assai tolleranti e permettevano a cristiani ed ebrei la professione del loro culto – in cambio del pagamento di una tassa – sennonché assicuravano loro forme di autorità e di autonomia che “i loro correligionari residenti nei territori cristiani non si sognavano neppure” (Vitolo) . Tra queste vie era anche la possibilità del pellegrinaggio a Gerusalemme, ma i cristiani sembravano esserselo dimenticati.

Comunque, dal 1095 al 1270 i cristiani in diverse ondate (se ne contano sette, alcuni arrivano a nove) cercheranno di riconquistare Gerusalemme, dando luogo oltre che ad una breve occupazione della città santa (1099-1187) ad una serie di episodi bislacchi (ragion per cui sotto mi concentrerò sulla prima e sulla quarta spedizione) e portando alla ribalta personaggi alquanto bizzarri.

Jacque Le Goff ha sostenuto che l'unico frutto della crociata è stata l' ALBICOCCA (al-braquq; Le Goff 1969, p.95), la cui coltivazione pare si diffuse in Europa proprio dopo le gite in Medio Oriente (ma alcuni smentiscono). Ad essa si aggiungano, per curiosità di Grattacapo, le cosiddette cavallette crociate, che invadono e "infestano in quel periodo parte dell'Abruzzo meridionale e della Campania, e a grandi nugoli il Tavoliere della Puglia".



I - Pietro di Amiens e il fanatismo dei Poveri

Il primo a recepire l’entusiasmo religioso suscitato dal movimento crociato fu un predicatore itinerante, tale Pietro di Amiens, detto l’eremita perché andava in giro vestito di stracci e in sella ad un asino [come si vede nell'illustrazione a fianco, tratta dal manoscritto pergamenaceo Roman du Chevalier du Cygne (1270 ca)] Personaggio di poca cultura ma di notevole eloquio, nel 1075 con la sua favella Pietro ruscì a mettere insieme un gruppo numeroso di poveri ed emarginati, male armati e privi di qualsiasi forma di organizzazione. On orda di più di 12.000 persone tra poveri, donne, fanciulli, insofferenti di ogni disciplina che si misero in marcia verso l’Oriente attraverso le valli di Reno e Danubio al grido “Dio lo vuole” (Deus le volt).

Il passaggio degli ardenti derelitti fu segnato ovunque da saccheggi e massacri di Ebrei, suscitando la reazione di vescovi e signori locali. Alla fine tuttavia, quelli che sopravvissero alle stragi e alla fatica del viaggio, tra cui vecchi, donne e bambini, arrivarono a destinazione. Una volto sul posto, furono massacrati dai Turchi.

Pietro fu uno dei pochi che riuscirono a salvarsi e attese a Costantinopoli l’arrivo della crociata “ufficiale” .

Quando arrivarono i crociati mandati dagli altri re europei, Pietro li seguì, come anche Wikipedia si cura di sottolineare, “in una posizione tuttavia non di eccellenza”.

Durante l'assedio di Antiochia cercò addirittura di fuggire, ma venne subito ricatturato. Dopo qualche mese riprese credibilità fra i crociati.

Una volta presa Gerusalemme, il suo sermone sul Monte degli Ulivi fu seguito dal saccheggio della città e dal massacro degli abitanti inermi della Città Santa: ebrei e musulmani.

II – Secondo tentativo

La seconda crociata (come le successive) fu un fallimento, tutti quelli che partecipavano perseguivano i propri obiettivi politici, con grande ira del pontefice, cercando ad esempio, come nel caso di Ruggero II, di fregarsi i domini Bizantini nel Peloponneso.

Il Saladino intanto riconquistò Gerusalemme nel 1187


III - Terza crociata

Come può il Saladino aver riconquistato la città Santa? La domanda trovò risposta nell'organizzazione della terza crociata, quella di Robin Hood. Vi partecipano Federico Barbarossa, Il re di Francia Filippo Augusto e Il re D’Inghilterra Riccardo Cuor di Leone (foto a lato). Ma i risultati furono di nuovo scarsi, il povero Barbarossa addirittura morì annegato nel 1190 mentre attraversava il fiume Salef in Anatolia.


Niente di fatto. Gerusalemme rimane in mano agli infedeli.













4 – Quarta crociata: “clamorosa deviazione sul Bosforo”.

Innocenzo III ( il grande papa del centralismo pontificio etc. etc.) decise di riprovarci, bandendo nel 1198 una crociata col duplice obiettivo di 1) recuperare Gerusalemme alla cristianità e 2) ricondurre la Chiesa d’Oriente sotto la sovranità pontificia. Per problemi vari (tra cui la morte di Riccardo cuor di Leone) la partenza fu rinviata di anno in anno. Si riuscì a mettersi in moto solo nel 1202.

Nel 1202 i crociati si radunano a Venezia pronti per salpare e raggiungere l’Oriente via mare, ma giunti sul posto si accorgono malauguratamente di non avere i soldi necessari per pagare il trasporto. Che fare?

Il doge Enrico Dandalo prese in mano l’iniziativa e offrì il trasporto gratuito ai combattenti a patto che si facesse scalo a Zara, per recuperare città che si era data agli Ungheresi. I crociati accettano ed espugnano la città coi soliti saccheggi, mandando di nuovo su tutte le furie il papa. Si erano infatti dimenticati che gli ungheresi erano il popolo più cattolico dei Balcani, la cui conversione fu uno dei successi più eclatanti della chiesa d’occidente. Addirittura fu lo stesso pontefice ad inviare la corona con la croce storta (sta nella chiesa a Budapest ed è l’orgoglio dell’Ungheria post-comunista) al sovrano ungherese Stefano I nell’anno 1000. Inoltre il re ungherese, che prima della data era noto come principe Vaik e dopo fu nondimeno fatto santo (Bloch 1999, p.26), si era addirittura “iscritto” alla stessa crociata che gli aveva saccheggiato la città! Per tale ragione Innocenzo III decise di scomunicare la crociata. I diversi baroni dichiararono però di essere stati ricattati e costretti da Venezia alla sciagurata azione; il papa allora tolse loro la scomunica che andò completamente a carico dei veneziani.

Intanto dopo questo intoppi diplomatici i crociati riprendono il viaggio. E cosa succede?

Altro colpo di scena. Il doge riesce a convincere i capi crociati ad un nuovo cambiamento di programma: perché non puntare sulla conquista di Costantinopoli invece che di Gerusalemme? La città, capitale dell’impero romano d’Oriente è sicuramente più ricca della città santa, e poi Alessio, pretendente al trono, prometteva lauti compensi e partecipazione alla crociata se lo si fosse installato sul trono.

Ecco dunque che accade il fattaccio: “clamorosa deviazione sul Bosforo”. Costantinopoli fu presa e come d’uopo orrendamente saccheggiata nel 1204. Il Papa verde dalla rabbia.

Quando l’ingordigia del bottino si placò si provvide – sotto abile regia del Dandalo - alla spartizione del regno e alla fondazione dell’ impero latino d’Oriente. Un quarto di questo, assieme al titolo di imperatore, fu assegnato a Baldovino di Fiandra.