sabato 29 novembre 2008

1 dicembre ore 21- Nona di Beethoven diretta da Zubin Metha (ingresso libero)



Lunedi 1 Dicembre 2008 ore 21 - Mandela forum

La Nona di Beethoven diretta da Zubin Metha con l'orchestra e il coro del Maggio Musicale.
Ma la cosa più importante è: INGRESSO LIBERO.

Come arrivare al Mandela forum.












Per ancora altre informazioni vi spiega tutto l' amico Zubin (anche se lo vedo un pò statico).

giovedì 27 novembre 2008

Musica per Tutti!

Penso che ormai vi siate già accorti della presenza di un piccolo e verdino lettore musicale, in basso a destra.
Immagino anche che vi stiate domandano come diavolo fare a inserire i vostri brani...
Ebbene adesso vi illuminerò:

1- Cliccare su "Get tracks" e verrete catapultati su www.myflashfetish.com
2- Cliccare su "Log in" in alto e inserite i dati che vi sono stati inviati per email.
3- Cliccare su "Edit",quello accanto al nome della playlist "Colonne foniche" in basso a sinistra.
4- Adesso potete cercare le canzoni che volete inserire nella barra "Mp3 search" e aggiungerle cliccando su "+".
5- Premere "Save".

Oppure, se desiderate inserire brani dal vostro computer:

A- Andare su Boxstr presente nei link.
B- Fare il "log in" inserendo come username ecosidimenticammolerose e come password la stessa di prima. Cliccare poi su "Continue to my account"
C- Cliccare su "Upload file"
D- Inserite le canzoni.
E- Dopodichè copiate il codice url.
F- A questo punto dovete rifare i punti 1,2,3, del primo procedimento.
G- Adesso Cliccate su "Upload" accanto alla barra "Mp3 search",incollate l'url e scrivete poi il nome della canzone.
H- Cliccate su "Add mp3" e su "Save".

Finito!
Comunque è molto più facile farlo che dirlo.
Buon ascolto.

mercoledì 26 novembre 2008

VATICANO: MONS. DE MAGISTRIS, GRAMSCI FORSE CONVERTITO PRIMA DI MORIRE

(ASCA) - Citta' del Vaticano, 25 nov - Anche Antonio Gramsci, l'intellettuale comunista rinchiuso in carcere dal regime fascista e rilascio in pessime condizioni salute a pochi mesi dalla morte, si sarebbe riavvicinato alla fede cristiana prima di morire. Lo sostiene, in un'intervista alla Radio Vaticana, mons. Luigi De Magistris, pro-penitenziere maggiore emerito del Vaticano. ''Il mio conterraneo, Gramsci, - ha raccontato il monsignore - aveva nella sua stanza l'immagine di Santa Teresa del Bambino Gesu'. Durante la sua ultima malattia, le suore della clinica dove era ricoverato portavano ai malati l'immagine di Gesu' Bambino da baciare. Non la portarono a Gramsci. Lui disse: ''Perche' non me l'avete portato'?' Gli portarono allora l'immagine di Gesu' Bambino e Gramsci la bacio'. Gramsci e' morto con i Sacramenti, e' tornato alla fede della sua infanzia. La misericordia di Dio santamente ci 'perseguita'. Il Signore non si rassegna a perderci''.

La citazione poi viene da sé:

"Per un prete, convertire un uomo in punto di morte, è come uno che per tanto tempo ha corteggiato una donna senza riuscire a convincerla; alla fine la fa ubriacare, e così si giace con lei» (John Selden)

martedì 25 novembre 2008

Pessoa uno e quadro

Quante personalità avete? E se il vostro io non fosse che una mera finzione? In quanti modi siete capaci di raccontarvi?
Ecco a voi l'interessantissima e avvincente introduzione della mia tesi di laurea.
(Volevo renderla un po' meno accademica ma per ora non ho tempo).


1) Introduzione

1.1) Eteronimia: la pluralità di Fernando Pessoa.

Per eteronimia la critica è solita intendere la struttura fondamentale della poetica pessoana, che consiste nell’articolazione della poesia ma non solo, nella s-moltiplicazione della stessa personalità dell’autore in differenti individualità poetanti distinte per biografia, poetica, personalità, stile[1].
Si tratta di una molteplicità di personaggi che “coabitano” l’individuo biografico univocamente determinato come Fernando Pessoa, strutturandone la personalità in una costellazione plurale di “io”, ciascuno dei quali è entità distinta e autonoma, vissuta dal poeta come separata dalle altre e da sé.
Ognuno di questi personaggi, frutto di quella che Pessoa definisce “la mia tendenza organica alla spersonalizzazione e alla simulazione”[2], dotato del proprio volto, psicologia e persino biografia, si fa in Pessoa autore, con proprio stile e proprio repertorio tematico.
Il termine “eteronimia” (dal greco héteros = diverso, altro e onoma = nome) è il neologismo coniato dal poeta portoghese per definire questo dispositivo che “informa” tutta la sua produzione poetica, in cui, a ciascuna delle istanze plurime che egli incarna in sé (a ciascun eteronimo), è ricondotto un determinato corpus poetico, più o meno esteso, con diverse caratteristiche stilistiche e tematiche.
Si spiega così la forma sotto cui ci si presenta la poesia pessoana, costellazione multipla e irriducibile di opere di autori (od opere-autori) differenti, finti ma in qualche modo veri.
E’ questo poligono di individualità a strutturare quel poliedrico teatrino di poeti fittizi che sono la personalità e l’opera pessoana, battezzato da egli stesso con la formula “drama em gente”. Si tratta del marchio fondamentale dell’avventura letteraria e psicologica che fu Fernando Pessoa[3], concrezione immaginaria di personaggi-autori, prisma di personalità finte, articolate in una architettura della finzione cui lo stesso poeta portoghese, suo artefice, è costretto a soggiacere.
Per il radicalizzarsi di una logica ad esso interna infatti, il gioco della divisione sistematica della propria personalità in una “coterie inesistente“ di personalità-altre, messo in scena dal portoghese, sembra costringerlo a vedere sé stesso come una delle maschere da indossare, fra le tante, plurime, che definiscono la geometria del suo Sé[4].
E’ lo stesso meccanismo di spersonalizzazione che origina la molteplicità psicologica e letteraria che è lo stesso Pessoa a esigere il sacrificio del proprio autore, ed a spiegarne così la presenza, come personaggio (Fernando Pessoa ortonimo), all’interno del suo drama em gente.
Scoperto il proprio sé illusorio, egli non può far altro che consegnarsi alla finzione della propria opera, in cui figura con nome, stile e poetica propri, rendendo in tal modo la sua personalità “reale” tanto fittizia quanto la finzione vera degli eteronimi[5].
Con questa operazione con cui abdica a sé, divenendo parte della geometria della finzione che egli stesso ha creato, Pessoa non solo chiude il circolo eteronimico, ma lo priva allo stesso tempo del suo autore; rescinde cioè ogni riferimento del drama (in cui egli si è calato) a una soggettività artefice, cui esso non può più essere ricondotto[6].
Il poligono dei poeti eteronimici si svincola così da un soggetto a esso gerarchicamente superiore che se ne identifichi come l’autore, e si istituisce trigonometria della finzione assoluta, spazio ontologico autonomo.
L’autonomia ontologica dello spazio che la definisce e la sua irriducibilità al singolo divengono le cifre fondamentali dell’opera molteplice del portoghese. “Nel senso consueto del termine Fernando Pessoa non scrisse una opera. Se noi potessimo attribuirgli un’opera il genere di creazione che fu la sua non avrebbe senso”[7].
La definizione dello spazio istituito mediante tale operazione, in cui si muove la molteplicità creatrice dei personaggi-autori, finti ma veri, è il quadro di riferimento in cui va compreso il sentiero che cerca di battere questa tesi.
Tra i molti tentativi di spiegazione forniti alla dinamica eteronimica, ci rifacciamo a quel filone interpretativo che ha il suo rappresentante in Edouardo Lourenço[8], e colloca la poesia del drama em gente in uno spazio di pensiero eminentemente nietzschiano, quello apertosi con l’evento della morte di Dio e del crollo della metafisica.
Muovendo dalle corrispondenze nietzschiane presenti nell’opera pessoana[9], la consistenza ontologica dello spazio eteronimico – trigonometria della finzione assoluta –, sarà compresa nel suo riferimento a tale orizzonte filosofico.
Se la matrice ontologica sembra essere la medesima, la finzione, minimo comun denominatore tra la dottrina nietzschiana e quella pessoana, assunta come punto fermo alla base dei rispettivi sistemi di pensiero, ci potrà forse, in conclusione, consentire di stabilire un parallelo riguardo alle rispettive concezioni del soggetto nei due autori.

Note:
[1] “Gli eteronimi di Pessoa adempiono, ciascuno nei limiti della sua provincia metafisica, il proprio programma esistenziale, tematico, narrativo ed estetico”, Krysinski (2000), p. 21.
[2] “Lettera a Casais Monteiro”, in Tabucchi (1990), p. 129. La lettera è il documento autografo più importante a proposito della descrizione e collocazione delle circostanze in cui sorgono gli eteronimi; cfr. anche l’abbozzo di prefazione per una progettata edizione della sua opera in Pessoa (trad. it. 1987), p. 70-76, cit. p. 24. Per una collocazione degli eteronimi nella biografia pessoana e una loro lettura in rapporto a questa cfr. Crespo (2002). Per una “biografia” delle singole personalità eteronimiche vedi il saggio “Una vita, tante vite” Tabucchi (1990), pp. 42-53. Riguardo alla singola analisi della loro poetica e stile cfr. Azevedo (2005b).
[3] Lourenço (1997), p. 117: “Fernando Pessoa non è stato un poeta ma vari poeti, tutti reali e nessuno veramente esistente, tutti esistenti e nessuno veramente reale”.
[4] Cfr. Paz (1988).
[5] Balso (2000).
[6] Ibid.
[7] Lourenço (1997), p. 117.
[8] Ibid,; cfr. sotto il capitolo “Nietzsche” p. 9.
[9] Azevedo (2005b); lo stesso Azevedo individua alla base della tessitura di corrispondenze tra i due autori che traccia nel suo testo Nietzsche e Pessoa lo spazio di pensiero apertosi con l’evento morte di Dio, cfr. sotto pp. 11, 18.

Il "Marcio Stil Novo"


Harmony Korine a soli 21 anni scrive la sua prima sceneggiatura per "Kids" di Larry Clark (fotografo tra i più influenti negli anni '70 in America): è il 1995 e il giovane sceneggiatore si guadagna tanti consensi e altrettante condanne. "Ventiquattro ore nella vita di un gruppo di ragazzi di New York. Sesso, droga, alcol a volontà, indifferenza totale al mondo circostante, microcriminalità, violenza stradale, turpiloquio pesante. E l'ombra incombente dell'Aids." Nel 1997 esordisce alla regia con "Gummo": il film diventa un cult. Ritratto del disagio sociale e culturale dell'America grunge degli anni novanta. Estetica del sudicio, del putrido. Il film si presenta come un semi documentario che segue le vicessitudini di due ragazzini, Tummler e Solomon, occupati ad uccidere gatti da rivendere ad un macellaio in cambio di denaro, che utilizzano per raggiungere amplessi con una Down e sniffare colla. Un solo personaggio principale: Xenia in Ohio, cittadina di provincia americana devastata dal tornado Gummo, rimasta orfana di adulti e popolata di adolescienti amorali che si aggirano nelle sue strade tra noia e degrado. Un ragazzino in pantaloncini corti e orecchie da coniglio rosa piscia dal cavalcavia, mostra il culo, sputa, vaga muto tra le esequie urbane.
"Sono stanco di tutto, non capisco cosa cazzo c'è di sbagliato nella gente in questo cazzo di mondo, se ne stanno tutti li seduti..tutti..tutti tutti li ad aspettare che succeda qualcosa, come dei coglioni deficienti, sono tutti dei poveri stronzi...nel bel mezzo delle loro stupide vite..nelle loro case del cazzo"
Una nuova generazione apatica, amorale, annoiata, indifferente. La stessa che descrive Gus Van Sant senza il gusto per lo schifo di Korine, in modo meno estremo e più sapiente: c'è esperienza e non la voglia di stupire dell'opera prima: "Last Days", "Elephant", "Gerry" e "Paranoid Park".
Molta macchina da presa a spalla, immagini tipo riprese amatoriali, uso ad arte del rallenty e qualche "jump cut" (taglio di montaggio) il tutto accompagnato da una colonna sonora per lo più metal (ma non solo) tra cui segnalo senza ombra di dubbio gli Sleep.
(il titolo del post è una citazione di Marco Lodoli)

lunedì 24 novembre 2008

IV Forum Nazionale Contro la Mafia (Mi scuso per il poco preavviso.)

Il Forum organizzato dagli Studenti di Sinistra si svolgerà il 25 e 26 novembre presso il polo delle Scienze Sociali a Novoli, più precisamente nell'aula magna della facoltà di Economia, edificio D6.

Il Programma è il seguente:

Martedì 25 Novembre

h 10.00 – 14.00: Plenaria. "La mafia oggi"
La mafia oggi partendo da un concetto che oggi pare abbastanza
diffondersi: "la mafia esiste e va combattuta". Se lo ripetono in
tanti, ma ci si chiede quale portata possa avere una frase di questo
tipo. Nel tentativo di rispondere a questo interrogativo, vorremmo
cercare di capire cosa, oggi, significa mafia (nelle coscienze
individuali) e quanto sia necessaria la distinzione fra mafia e
atteggiamento mafioso. Chiedendoci, inoltre, se esistono differenze
sostanziali o formali tra nord e sud Italia. Un altro quesito è
relativo al problema della percezione del fenomeno mafioso. Anche qui
si registrano differenze fra nord e sud? Per chi si occupa di
antimafia le domande principali sono: cosa vuol dire oggi combattere
la mafia? Quante differenze esistono rispetto al passato?

Relatori:
• Umberto Santino (Pres. Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe
Impastato")
• Giovanna Chelli (Portavoce della "Associazione familiari delle
vittime di via dei Georgofili")
• Danilo Chirico (Scrittore e giornalista)
• Ettore Squillace (PM della DDA di Firenze)

E con la partecipazione di:
• Fondazione Caponnetto
• Associazione Addio Pizzo
• Presidio San Piero di Rosà
• Associazione Libera

h 16.30-19.00: Proiezione film/documentario
- Placido Rizzotto, di Pasquale Scimeca
- Citizen Berlusconi, di Andrea Cairola e Susan Gray

Mercoledì 26 Novembre

h 10.00-14.00: Gruppo di lavoro. "Tentacoli della Mafia nella Società"
Il tema inerente le varie insufficienze nel settore pubblico è sempre
attuale. Al di là degli effetti che conosciamo dalle cronache
quotidiane, vorremmo capire, attraverso testimonianze dirette, quali
sono le radici del problema e le eventuali proposte di risoluzione.
Vorremmo provare a discutere di possibilità di risanamento del
sistema: se esistono, quante sono, da chi dipendono, che "sacrifici
comporterebbero".

Relatori:
• Lirio Abbate (Giornalista e Scrittore)
• Emilio Santoro (Professore presso l'Università degli Studi di Firenze)

h. 15.30-18: Plenaria. "Mafia e p2"
Di coincidenze strane ce ne sono tante nella storia di questo paese,
se ne parla spesso, talvolta si paventano complotti fra Poteri, e
verità mai dette, vorremmo fare luce su tutto questo: vorremmo capire
quali collegamenti esistono fra queste organizzazioni, se esistono,
cosa riguardano.

Relatori:
• Giovanna Maggiani Chelli (Portavoce dell'Associazione "Tra i
familiari delle vittime di via dei Georgofili")
• David Monti (Giudice del Tribunale del Riesame)
• Peter Gomez (Giornalista e Scrittore)
• Lirio Abbate (Giornalista e Scrittore)

h. 19,00: Conclusioni

A mio giudizio l'incontro sui rapporti tra "Mafia e P2" di Mercoledì dovrebbe essere molto interessante.
Lirio Abbate e Peter Gomez hanno scritto insieme il libro "i Complici" (2007), in cui smascherano le coperture politiche e istituzionali che hanno favorito la latitanza del boss Bernardo Provenzano. Dopo la pubblicazione del libro, Liro Abbate è stato minacciato di morte da Cosa Nostra ed è sotto scorta da settembre 2007.
Peter Gomez è inviato de L'Espresso.

Storie e punti di vista. Carlo Ginzburg.

Nell'ambito del Perfezionamento in Epistemologia Generale ed Applicata, mercoledì 3 dicembre p.v. alle ore 15 in Sala Conferenze, Carlo Ginzburg (Scuola Normale Superiore, Pisa) interverrà sul tema Oggettività e punto di vista nella ricerca storica. Tutti gli interessati sono invitati a partecipare.

Clicca qui per scaricare la locandina.


Vi interessa?

sabato 22 novembre 2008

Con i poteri a me conferiti (di amministratore).

Ora che siamo di nuovo tutti qui riuniti, come prima cosa vorrei congratularmi col Dottor Le_cas che è assurto alla dignità dottorale col voto massimo consentito.


Celebriamo insieme ascoltando in religioso silenzio:



sir Edward Elgar - London Symphony Orchestra (1931)

Linguistica-mente. Ferdinand De Saussure.


Prendiamo il linguaggio. Cominciate con una smorfia. Tendete i muscoli della faccia, torcete le labbra, poi unitele come per fischiare, poi come a soffiare su delle ipotetiche candele (avete tre anni ed è il giorno del vostro compleanno). Poi provate uno sbadiglio, oppure contraete la laringe fingendo di deglutire, o ancora premete la lingua contro il palato. Adesso mettete in moto il respiro e osservate quanti suoni riuscite emettere grazie alla meccanica vocale larige-faringe-lingua-labbra-naso.
Prendete ora i vostri pensieri e mischiateli fino allo stadio antecedente alla loro distinzione gli uni dagli altri: un caos magmatico e informe, il pensiero, senza interno ed esterno, senza categorie, senza io-mondo-cose-concetti. Un caos, come le nuvole. Apeiron. Un tutto indistinto. Non potete pensare niente in realtà, neanche la realtà, perché non c’è niente di definito; una sola massa senza contorni, come le nuvole.
Ecco guardate le nuvole. Avete la voce e le nuvole, l’ugola e la matassa del vostro pensiero indefinibile.
Adesso selezionate, dalla infinita gamma di suoni che vi siete accorti essere in grado di produrre, un articolazione a piacere. Preparate la smorfia, controllate la lingua, tendete le corde vocali e liberate il vostro fonema.
Ecco immaginate che mentre urlate al vento, nell’istante stesso in cui il suono diventa un evento fisico e si diffonde nell’aria con la violenza di qualsiasi cosa reale (come un petardo o una colomba, ma forse si tratta di un bisbiglio), occhi fissi al cielo, una forma prenda corpo, si stagli tra le nuvole col suo confine, la sua pelle, che diventi un sé, identica a se stessa e quindi altro da ciò che la circonda. Un concetto.
La scoperta sarebbe una relazione, immediata, biunivoca, tra il vostro grido e il volto che si dipinge sul caos delle nuvole. Avete definito un concetto, cesellato il pensiero, modulato un suono su della panna montata.
Ora la nuvola è diventata un volto, il volto è un’idea, e l’idea non è che un nome, che non è che un suono. Flatus vocis. Strano il circolo tra la voce e il senso.
Ecco questa relazione tra i suoni e i pensieri, tra l’infinita gamma dei fonemi e quella indistinta dei significati, tra l’ugola e il cielo, è l’essenza del linguaggio. Selezionare arbitrariamente un suono e associarlo ad un concetto.
Ma il concetto divide la realtà, la vostra, inscatolandone una porzione, cui esso si applica, e facendola corrispondere a quel preciso nome che voi avete creato. Esso definisce cioè il vostro modo di guardare il mondo. Le parole sono uno schema. Insomma avete capito? Si tratta di giocare con le nuvole.
Sì ma poi viene la domanda: Ma chi la istituisce questa relazione? E chi ha pronunciato le prime, di parole? E se fosse veramente Adamo che dà i nomi alle cose, dovremmo chiederci perché lo fa in così tante maniere: “Yasmina Melaouah, Manuel Serrat Crespo, Evelyne Passet e alcuni altri dei miei amici traduttori dubitano che “la finestra”, “la janela”, “das Fenster”, “the window” o la “fenetre” indichino esattamente la stessa cosa, poiché nessuna affaccia sugli stessi rumori né si richiude sulle stesse musiche”.
Ora tutto questo discorso forse non è altro che una finzione, per cercare di spiegare l’origine della lingua. E’ una teoria del significato: le parole cercano una via per spiegare se stesse. Ma se la teoria fosse esatta, avreste scoperto un segreto.
Ecco cosa sarebbe il linguaggio: battezzare le nuvole. Sparare suoni per definire concetti.
Riscoprite la potenza di un gioco come Scarabeo. Dovremmo gettare le pedine da un elicottero e vedere cosa succede.

lunedì 17 novembre 2008

Esperimenti da fotoreporter

17/11/08 FIRENZE
Manifestazione in occasione della Giornata mondiale per il diritto allo studio.


Testa del corteo.


Passeggiatina mattutina.


Un animale politico marca il territorio.


Lo sbadiglio.





La Polizia sbarra Via Maffucci dove si trova la sede di Azione Giovani.


Momenti di confronto.


Sullo sfondo, i militanti di Azione Giovani.



L'articolo di Repubblica Firenze.

Resoconto di Azione Giovani.

Resoconto della Rete dei Collettivi Studenteschi,promotori della manifestazione.


Ok, direi che il pezzo è completo.

sabato 8 novembre 2008

Yes, THEY can.

(scattata alla Festa della Creatività 2008 - Firenze)

Altre opere dalla Festa (Jonathan Barnbrook).

venerdì 7 novembre 2008

Avviso alla gentile Clientela


Carissimi futuri Autori e/o Amministratori,

Per poter accedere al Blog dovrete verificare che nella vostra casella email vi sia giunto il Sacro Invito.
Dopodiché dovete crearvi un account su Google, ovvero una nuova e-mail per poter accettare l’invito. Con gli stessi dati potrete entrare a far parte di questo mondo. O almeno così credo…

Cliccate qui per il cammino.