domenica 7 giugno 2009

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José Saramago è uno scrittore portoghese (premio Nobel per la letteratura nel 1998).

Il suo ultimo libro, intitolato "Il quaderno" è una raccolta di interventi letterari e politici di vario genere che l'ottantaseienne scrittore portoghese ha raccolto sul suo blog. Il libro non sarà pubblicato da Einaudi (che da anni cura le edizioni italiane dei libri di Saramago) perché alcune parti del libro "diffamano" Berlusconi.

Nel comunicato stampa è stato dichiarato "L’Einaudi ha deciso di non pubblicare O caderno di Saramago per­ché fra molte altre cose si dice che Berlusconi è un 'delinquente'. Si tratti di lui o di qualsiasi altro espo­nente politico, di qualsiasi parte o partito, l’Einaudi si ritiene libera nella critica ma rifiuta di far sua un’ac­cusa che qualsiasi giudizio condannerebbe."

Una nota a margine: Einaudi è di proprietà di Berlusconi.

Il libro sarà edito in Italia da Bollati Boringhieri. Inoltre sulla rete esiste una traduzione autorizzata del blog di Saramago a questo indirizzo: http://quadernodisaramago.wordpress.com/

Ieri Saramago ha scritto un articolo per El Pais in cui dice la sua su Berlusconi ai lettori spagnoli.

Ho tradotto l'articolo, spero fedelmente.



LA COSA BERLUSCONI. di José Saramago

Non vedo quale altro nome gli si potrebbe dare. Qualcosa di pericolosamente vicino ad un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda in un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del paese di Verdi, se un vomito profondo non riesce a rigettarlo via dalla coscienza degli italiani, prima che il veleno abbia corroso le vene e distrutto il cuore di una delle più ricche culture europee. I valori fondamentali della convivenza umana sono calpestati ogni giorno dai viscidi piedi della cosa Berlusconi che, tra i suoi molti talenti, ha un'abilità funambolesca per abusare delle parole, pervertendone l'intento e il significato, come nel caso del Polo della Libertà, che è il nome del partito con cui ha assaltato il potere. L'ho chiamato delinquente e non mi pento di questa cosa. Per motivi di natura sociale e semantica che altri possono spiegare meglio di me, il termine reato, in Italia, ha una carica negativa molto più forte che in qualsiasi altra lingua parlata in Eurpoa. Per tradurre in forma chiara e violenta cosa penso della cosa Berlusconi, ho utilizzato il termine nell'accezione che la lingua di Dante gli da abitualmente, anche se è più che dubbioso che Dante l'abbia mai utilizzato. Delinquenza nel mio portoghese, significa, in accordo con i dizionari e la pratica corrente della comunicazione "atto di commettere delitti, disobbedire alle leggi o alle norme morali". La definizione si adatta alla cosa Berlusconi senza una ruga, senza una tensione, fino al punto di somigliare a una seconda pelle ancor più dell'abbigliamento che vi sta sopra. Per anni la cosa Berlusconi ha commesso crimini di gravità variabile, ma comunque sempre di dimostrata gravità. Come se non bastasse, non è che disobbedisca alle leggi ma, peggio ancora, le fa fabbricare a salvaguardia dei suoi interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore e accompagnatore di minorrenni, e in termini di valori morali, non vale la pena parlarlare, dal momento che non c'è nessuno nell'Italia e nel mondo che non sappia che la cosa Berlusconi li ha fatti cadere da lungo tempo nella più completa abbiezione. Questo è il Primo Ministro italiano, questa è la cosa che il popolo italiano ha eletto due volte a servire come modello, questa è la strada per la rovina sulla quale, per trascinamento, vengono portati i valori della libertà e della dignità che impregnarono la musica di Verdi e la politica di Garibaldi, coloro che fecero dell'Italia del XIX secolo, durante la battaglia per l'unificazione, una guida spirituale dell'Europa e degli europei. Questo è ciò che la cosa Berlusconi vuole buttare nel bidone dei rifiuti della Storia. Gli italiani lo permetteranno?

2 commenti:

Grattacapo ha detto...

Certo che è tutto abbastanza assurdo:
allora, l'Einaudi, società di proprietà di Silvio Berlusconi, si rifiuta di pubblicare un libro nel quale Silvio Berlusconi suo proprietario è definito un delinquente, perchè teme di ricevere una denuncia per diffamazione da parte di Silvio Berlusconi suo proprietario, il quale, in caso di vittoria, sarebbe risarcito dalla società Einaudi di sua proprietà.
Cioè praticamente farebbe causa a sè stesso e, in caso di vittoria, si risarcirebbe da solo.

Detto questo,
senza nessun intento contestatorio verso il tuo poliglottismo, ti volevo segnalare che l'articolo di Saramago è stato tradotto anche dal sito, che sicuramente tutti già conoscerete, (http://italiadallestero.info/) e precisamente qui (http://italiadallestero.info/archives/5914).

Posso metterlo nella lista delle Traslazioni (come ho ribattezzato unilateralmente e dispoticamente la lista dei link)?Posso?

oh cielo! ha detto...

In realtà non è così assurdo: Berlusconi impone al proprio editore di non pubblicare il libro proprio perché non avrebbe senso fargli causa, intimidirlo e spillargli soldi. Plausibilmente la cosa Berlusconi aspetta che si faccia avanti un altro editore per massacrarlo.

PS: no, non conoscevo il sito ._. ne prendo atto e appoggio l'inserimento del link