lunedì 2 febbraio 2009

"Oh Cielo! Ha rotto il bicchiere!"

Quando mi chiedono se vedo il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, in genere, se sono abbastanza sbronzo, gli racconto una storia.

Dovete sapere che in questo stesso bar, in questa stessa città, in questo stesso mondo, ma in un altro universo, ci siete voi. Esattamente uguali. E state ascoltando questa storia, per giunta!
Ma, se in quest'altro universo state guardando questo bicchiere, come state facendo in questo momento, vi vedrete dentro un po' più vodka di quanta non ne vediate voi in questo universo in questo momento.

Come potrete immaginare, però, c'è anche un altro universo in cui voi state vedendo un po' meno vodka di quanta non ne vediate in questo universo in questo momento.

Voi qui (come i Voi là) vi potrete chiedere: "come vedono i miei Me i bicchieri nell'altro universo?".

E sono sicuro che ve lo state chiedendo.

E la risposta, miei affezionatissimi, è che potrebbero darvi una risposta sensata solo se esistessero davvero, non fossero parte di una storia, e potessero sapere che voi esistete e qual è la quantità di vodka nel vostro bicchiere. Ma purtroppo (o per fortuna?) Voi, come Loro, non avete la possibilità di fare paragoni e quindi non avete il diritto di lamentarvi (perché che voi siate pessimisti o ottimisti, lo so cari miei, vi state lamentando di qualcosa) e l'unica cosa che potete dire se siete onesti è che quel bicchiere è a mezzo.

Quanto a me, in genere concludo la storia scolando il bicchiere e lanciandolo contro il muro alle mie spalle: "Ecco come vedo il bicchiere", dico, in genere, indicando le schegge di vetro.

6 commenti:

Kobayashi ha detto...

E meno male che non fai come Begbie di "Trainspotting"!!

oh cielo! ha detto...

In effetti a volte dimentico di essere sul balconcino :P

Le_cas ha detto...

Ma quali nozioni di logica modale bisogna avere per capire il tutto?

Grattacapo ha detto...

Dunque questo è allegoricamente il tuo manifesto programmatico?

oh cielo! ha detto...

@Le_cas: Legittima domanda. La semantica di Kripke è necessaria ma non sufficiente. Bisogna avere anche qualche disfunzione cerebrale cronica.

@Grattacapo: Nella teoria sarebbe bello se lo potesse essere. Riuscire ad evitare paragoni e cercare di distaccarsi da qualsiasi influenza esterna quando si producono giudizi mi pare essere un'auspicabile condizione d'esistenza. Ma anche piuttosto utopica. Finché non scriverò altri post può essere presa come quello che è: una storiella.

Le_cas ha detto...

Quanti mondi per quanti bicchieri?
(E quanti linguaggi per ciascun calice?)

Da Thomas Kuhn - La struttura dele rivoluzioni scientifiche:

“Questi esempi ci guidano verso il terzo e più fondamentale aspetto della incommensurabilità fra paradigmi in competizione. IN UNA MANIERA CHE SONO INCAPACE DI SPIEGARE ULTERIORMENTE, I SOSTENITORI DI PARADIGMI OPPOSTI PRATICANO I LORO AFFARI IN MONDI DIFFERENTI. L’UNO CONTIENE CORPI VINCOLATI CHE CADONO LENTAMENTE, L’ALTRO PENDOLI CHE RIPETONO IL LORO MOVIMENTO PIÙ E PIÙ VOLTE.
IN UNO, LE SOLUZIONI SONO COMPOSTI, NELL’ALTRO MESCOLANZE. L’UNO È INCORPORATO IN UNA MATRICE SPAZIALE PIATTA, L’ALTRO IN UNA CURVA. SVOLGENDO LA LORO ATTIVITÀ IN MONDI DIFFERENTI, I DUE GRUPPI DI SCIENZIATI VEDONO COSE DIFFERENTI QUANDO GUARDANO DALLO STESSO PUNTO NELLA STESSA DIREZIONE. Ciò però – vale la pena ripeterlo – non significa che essi possano vedere qualunque cosa piaccia loro.
Entrambi guardano il mondo, e ciò che guardano non cambia. Ma in alcune aree essi vedono cose differenti, e le vedono in differenti relazioni tra loro. Questa è la ragione per cui può accadere che una legge, che neanche se fosse dimostrata riuscirebbe a convincere un gruppo di scienziati, può sembrare intuitivamente ovvia ad un altro gruppo. Per la stessa ragione prima che possano sperare di comunicare completamente, uno dei due gruppi deve fare l’esperienza di quella conversione che abbiamo chiamato spostamento di paradigma. Proprio perché un passaggio tra incommensurabili, il passaggio da un paradigma ad uno opposto non può essere realizzato un passo alla volta, né imposto dalla logica o da un’esperienza neutrale. Come il riorientamento gestaltico, esso deve compiersi tutto in una volta (sebbene non necessariamente in un instante) oppure non si da affatto”.

Se il vostro modo di vedere il bicchiere fosse liquido e si trovasse dentro al bicchiere, allora, per cambiarlo, dovreste berlo alla goccia - oppure niente.