96. Alla moglie Eleonora [1]
Tutto si
a calmo. Le sole reazioni polemiche [2] contro la D.C. Luca no al funerale [3].
Mia dolcissima Noretta,
dopo un momento di esilissimo ottimismo [4], dovuto forse ad un mio equivoco circa quel che mi si veniva dicendo, siamo ormai, credo [5], al momento conclusivo. Non mi pare il caso di discutere della cosa in sé e dell'incredibilità di una sanzione che cade sulla mia mitezza e la mia moderazione. Certo ho sbagliato, a fin di bene, nel definire l'indirizzo della mia vita. Ma ormai non si può cambiare. Resta solo di riconoscere che tu avevi ragione. Si può solo dire che forse saremmo stati in altro modo puniti, noi e i nostri piccoli. Vorrei restasse ben chiara la responsabilità della D.C. con il suo assurdo ed incredibile comportamento. E' sua va detto con fermezza così come si deve rifiutare eventuale medaglia che si suole dare in questo caso. E' poi vero che moltissimi amici (ma non ne so i nomi) o ingannati dall'idea che il parlare mi danneggiasse o preoccupati dalle loro personali posizioni, non si sono mossi come avrebbero dovuto. Cento sole firme raccolte avrebbero costretto a trattare [6]. E questo è tutto per il passato. Per il futuro c'è in questo momento una tenerezza infinita per voi, il ricordo di tutti e di ciascuno, un amore grande grande carico di ricordi apparentemente insignificanti e in realtà preziosi. Uniti nel mio ricordo vivete insieme. Mi parrà di essere tra voi. Per carità, vivete in un'unica casa, anche Emma se è possibile e fate ricorso ai buoni e cari amici, che ringrazierai tanto, per le vostre esigenze. Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Ricordami a tutti i parenti ed amici con immenso affetto ed a te e tutti un caldissimo abbraccio pegno di un amore eterno. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo. Amore mio, sentimi sempre con te e tienmi stretto. Bacia e carezza Fida, Demi, Luca (tanto tanto Luca) Anna Mario il piccolo non nato Agnese Giovanni. Sono tanto grato per quello che hanno fatto. Tutto è inutile, quando non si vuole aprire la porta. Il Papa ha fatto pochino: forse ne avrà scrupolo
1 Recapitata il 5 maggio, insieme con la successiva, da don Mennini, ma la data di stesura potrebbe essere antecedente. Non è presente tra i dattiloscritti ritrovati nell'ottobre 1978, né tra le fotocopie dei manoscritti di dodici anni dopo. L'originale è riprodotto negli Atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia. E' lettera autonoma dalla seguente. Lo stesso giorno, qualche ora prima, il comunicato n.9 delle Br annunciava: «Concludiamo quindi la battaglia iniziata il 16 marzo eseguendo la sentenza a cui Aldo Moro è stato condannato». Divulgata il 13 settembre 1978 dal «Corriere della Sera», p.6, ma fu pubblicata per la prima volta integralmente e in modo autonomo dalla successiva, in Aldo Moro, L'intelligenza e gli avvenimenti. Testi 1959-1978, pp. 427-28.
2 Si distingue una «t» corretta: forse in precedenza aveva scritto «politiche».
3 E' il solito esergo aggiunto posteriormente nello spazio residuo del foglio.
4 Questa espressione non sembra essere giustificata dai toni sicuri delle due versioni della lettera a Zaccagnini e soprattutto del perentorio argomentare delle pagine finali del "Memoriale", che non sono certo il prodotto di un «esilissimo ottimismo».
5 Il prigioniero, rispetto alla lettera successiva, «crede» ancora, cioè non è del tutto sicuro di morire: in 55 giorni sarebbe questa la terza volta in cui vive un simile stato emotivo di imminente minaccia di morte.
6 A proposito di questa raccolta di firme, Guerzoni ha testimoniato in Commissione stragi, il 6 giugno 1995: «L'onorevole Moro chiese la raccolta di cento firme per convocare il Consiglio Nazionale e noi arrivammo a ventinove, a quel punto dissi che non avrei più collaborato per cercare le firme, perché non volevo che l'onorevole Moro rimanesse alla storia come colui che aveva determinato la rottura formale del partito. A mio parere infatti l'onorevole Moro non voleva la rottura del partito; semmai che venissero in evidenza delle contraddizioni. Tanto più ero convinto di questo, perché sapevo che egli non sarebbe mai tornato e che quindi oltretutto avremmo fatto delle operazioni di significato storico che non servivano nemmeno a salvarlo». Secondo la testimonianza di Vittorio Cervone, fra i promotori nel 1968 della corrente democristiana "Gli amici di Aldo Moro", il 9 maggio, alle 13, i principali esponenti del gruppo, erano riuniti a pranzo al ristorante il «Barroccio» e stavano decidendo di chiedere la convocazione del Consiglio nazionale della Dc, quando furono raggiunti dalla tragica notizia del ritrovamento del cadavere dell'uomo politico (Vittorio Cervone, Ho fatto di tutto per salvare Moro, p. 44).
97. Alla moglie Eleonora¹
Ora, improvvisamente, quando si profilava qualche esile speranza², giunge incomprensibilmente l'ordine di esecuzione. Noretta dolcissima, sono nelle mani di Dio e tue.
Prega per me, ricordami soavemente Carezza i piccoli dolcissimi, tutti. Che Iddio vi aiuti tutti. Un bacio di amore a tutti
Aldo
1 Recapitata il 5 maggio tramite don Mennini, ma la data di stesura potrebbe essere antecedente. L'originale è riprodotto negli Atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla strage di via Fani, sul sequestro e l'assassinio di Aldo Moro e sul terrorismo in Italia. Fu pubblicata per la prima volta in Aldo Moro, L'intelligenza e gli avvenimenti. Testi 1959-1978, p. 427.
2 Anche qui si noti che «esile speranza» non giustifica la perentorietà dei toni usati da Moro nelle lettere a Zaccagnini e nelle ultime pagine del "Memoriale".
Da:
Aldo Moro, Lettere dalla prigionia, a cura di Miguel Gotor, Torino, Einaudi, 2008, pp. 177-179
9 maggio 1978 - via Caetani, Roma (Gianni Giansanti)