Cercheremo di capirlo in questo post.
Aneddoto introduttivo: la periodicità di Fliess
Nel corso dell'anno 1900 avviene il distacco di Sigmund Freud (nella foto, a sinistra) dall’amico Wilhelm Fliess (nella foto, a destra).
Medico di Berlino conosciuto attraverso Breuer nei primi anni ’80 dell’Ottocento, Fliess era assertore di teorie sulla preminente funzione biologica della sessualità e sulla essenziale bisessualità dell’uomo vicine - se non ispiratrici - alle posizioni freudiane e, inoltre, di una teoria della periodicità, per cui credeva che tra un evento e l’altro trascorresse un intervallo di tempo numericamente predeterminato, cui anche Freud in un primo momento aderì.
La storia della rottura di questa amicizia (Freud si era già allontanato dallo stesso Breuer, poi romperà con Adler [1911], con Stekel [1912] – quello dei cucchiaini– e infine con Jung [1913]) inizia nella primavera del 1900.
Fliess si ammala, ma Freud non lo va a trovare. Nei suoi sogni, di cui lui stesso è il protagonista sottoforma di eroe conquistatore, Sigmund non rinviene la minima traccia di Fliess. Questo che cosa significa?
Chiaramente ce lo rivela lo stesso Freud, nella famosa Interpretazione: tali sogni “potevano unicamente star lì a testimoniare che ero contento perché ancora una volta sopravvivevo a qualcuno, perché era stato lui a morire e io no, perché adesso io restavo padrone del campo”. Bene.
Fliess suo malgrado però non ci lasciò la pelle, e un poco si risentì della mancata visita dell’amico.
L'incontro successivo tra i due colleghi avvenne molti mesi dopo, a Innsbruck, per discutere sugli argomenti cui stavano lavorando: bisessualità, psicoanalisi, periodicità. Fu probabilmente in quell’occasione che Freud mise al corrente l’amico delle proprie opinioni su di lui e sulla sua teoria di prededeterminazione degli eventi, ovvero:
Fliess aveva deciso di fare il medico perché aveva visto morire il padre, mentre sapeva che lo si sarebbe potuto salvare. Poi, “la morte dell’unica sorella sopraggiunta all’improvviso due anni dopo, al secondo giorno di una polmonite per la quale egli certo non poteva accusare il medico, analogamente lo aveva portato, per consolarsi, a elaborare la teoria fatalista secondo cui si muore nella data predestinata”.
Reazione: “Fliess” (prosegue lo stesso Freud) “accolse molto male la mia disamina, e fu quella la vera ragione della rottura tra noi, da lui architettata in modo così patologico (paranoico)”.
[Bisogna sottolineare che quando due psicanalisti "rompono" si accusano immancabilmente a vicenda di tutte le patologie del caso. Freud inaugura la pratica e durante tutta la sua vita, ogni qual volta trova qualcuno che non è daccordo con lui, è ovvio che ha delle manie di grandezza, come Adler e Jung]
Pro et contra - la maniera di argomentare freudiana. Ovvero TEORIA e PSICOLOGIA.
A favore di Fliess, sia detto che l’argomento che fa dipendere la verità di una teoria dalle motivazioni psicologiche che portano alla sua elaborazione (lam morte della madre) è chiaramente una fallacia logica (come se, dalla scoperta che Newton era un maniaco delle mele o Darwin un fanatico delle scimmie, si potesse concludere che la gravitazione universale e l’evoluzione siano false).
I sostenitori di Freud invece fanno notare come, con l’evidenziare il portato lenitivo di una teoria per il rispettivo teorico, Sigmund non si impegna ancora in un giudizio sulla sua validità. Freud indica "soltanto" l’eziologia psicologica degli assunti del collega, e anche se, proprio attraverso tale eziologia, lasciasse trasparire qualche dubbio sul loro valore di verità, almeno esplicitamente non confuta niente. Dunque non ricade nell'errore di cui sopra.
Resta il fatto che le costruzioni teoriche fliessiane erano ai limiti dell'accettabilità scientifica dell'epoca. Vero, ma lo stesso si può dire per le posizioni di Freud, e ciò inoltre, forse, ci spiega anche la sintonia personale e il sodalizio intelletuale che intercorse fra i due.
Un altro esempio di questa "affinità elettiva": Fliess, otorinolaringoiatra, sosteneva (in aggiunta a tutto il resto) anche la tesi secondo la quale il naso era un organo che influiva sulle condizioni di tutto il corpo, posizione che anche Freud, prima di cominciare le sue critiche all'amico, non mancò di sposare.
"Ho nella testa talmente fissa l'idea della figa, che ogni 28 giorni mi esce il sangue dal naso". Le dottrine di Fliess.
Un piccolo sunto del corpus dottrinale fliessiano è necessario per capire meglio il contenuto ed apprezzare l' alto livello di elaborazione teorica di cui stiamo parlando:
"Fliess postulava l’esistenza di uno stretto rapporto tra la mucosa nasale e l’attività genitale: spesso tale mucosa si gonfia durante l’eccitamento genitale o le mestruazioni.
Nel 1897, nella sua prima pubblicazione, Fliess introdusse una nuova sindrome chiamata “nevrosi nasale riflessa“, che comprendeva cefalea, dolori nevralgici a carico di svariati distretti, disturbi degli organi interni, della circolazione, della respirazione e della digestione. L’etiologia veniva fatta risalire sia a cause organiche (come per esempio i postumi di una infezione) che funzionali (disturbi vasomotori di origine sessuale). Fliess riteneva che tutte le manifestazione della sindrome potessero essere curate con l’applicazione nasale di cocaina.
Secondo Fliess l’espressione della periodicità delle attività vitali era da ricercare nel fenomeno delle mestruazioni. Riteneva di aver trovato la chiave di questa periodicità nell’applicazione di due numeri, il 28 e il 23. Il primo derivava dalla periodicità naturale del ciclo mestruale, il secondo probabilmente dall’intervallo tra la fine di un ciclo mestruale e l’inizio del successivo. In più riteneva che fosse possibile concepire la bisessualità in ogni essere umano, e che il numero 28 fosse da riferire alla componente femminile e il numero 23 a quella maschile. Questi “periodi“ determinavano, secondo Fliess, le fasi della nostra crescita, l’epoca delle nostre malattie, la data della nostra morte. I periodi della madre determinavano il sesso dei figli e la data della loro nascita. Fliess riteneva che tale ordine periodico interessasse l’intero regno animale. L’opera principale di Fliess, Der Ablauf des Lebens (“Il ritmo della vita“) del 1906 suscitò un certo fermento a Berlino e a Vienna.”
Teorie patologiche o patologie teoriche?
Aveva dunque ragione Freud? E, se seguiamo il procedimento utilizzato per la predeterminazione, cosa si potrebbe ancora ricavare su questa teoria nappocentrica da un’analisi accurata del naso di Fliess e del suo rapporto (ma anche, ad esempio, di quello di Suskind) con l'olfatto? Dovremmo poi, sulla base di questo ragionamento, anche sapere quante mele mangiava Newton, quanti piselli sbucciava Mendel, ed indagare su cosa avesse fatto il fuoco al povero Lavoisier per condurlo a fare tutti quegli esperimenti sulla combustione -magari si era bruciato da bambino ed era rimasto traumatizzato -rivoluzionando la buona vecchia teoria del flogisto?
Detto ciò, sarebbe interessante provare ad applicare questo principio a Freud.
Edipo e le anguille.
Al secondo piano di Berggasse 19, 1090 Wien, è situato [sobrio e ben indicato (vedi foto)] l’appartamento in cui il dottor Sigmund Freud abitò dall’autunno 1891 al 4 giugno 1938, data in cui egli (grazie all’aiuto in grossa misura, tra gli altri, della principessa Marie Bonaparte, discendente del fratello di Napoleone, la stessa che poi acquisterà da un libraio di Berlino fuggito a Parigi il carteggio – 284 lettere – tra Fliess e Freud) si trasferì a Londra, ove morì l’anno successivo.
Attualmente la casa è un museo-raccolta di cimeli, foto, menù completo del matrimonio (vedi foto)
e altre amene curiosità appartenute ad e riguardanti il padre della psicanalisi e la sua famiglia (a titolo di cronaca: la moglie, Martha Bernays, era la sorella di Jacob, i cui scritti di psicologia sulla catarsi influenzarono la nozione del “tragico” di Nietzsche; il secondo figlio Oliver si chiamava così in onore di Cromwell; la cognata Minna, che viveva a casa Freud, aveva un rapporto col professore che – almeno secondo Jung – restava alquanto irrisolto). Purtroppo non ci sono reliquie, ma tra tutti questi particolari si possono raccogliere due importanti informazioni, che ci hanno richiamato alla mente la controversia Fliess-Freud di cui sopra, e che portiamo alla vostra attenzione:
a) l’argomento del compito di greco all’esame di maturità di Freud era l’ Edipo-Re di Sofocle.
b) prima di occuparsi di psiche, Freud aveva condotto precisi studi scientifici sulle gonadi delle anguille, manipolandone, “nei mesi da marzo a settembre 1876, circa 400 esemplari, lunghi dai 200 ai 650 mm”, interessandosi a particolari organi lobari, che, a detta sua, si potevano indicare come i testicoli delle stesse.
La rivalsa di Fliess?
Dai dati appena esposti, la sinapsi ci fa scivolare automaticamente sulle seguenti questioni:
(1a) - può l’esame di greco aver avuto qualche ripercussione sugli assunti teorici freudiani?
2a) – che rapporto vi è tra questi, l’esame e il quadro di Ingres “Edipo e La Sfinge” (che scopriamo essere stato) appeso nell’ambulatorio di Freud?
(1b) – quando Luce Irigaray parla di tali assunti e della teoria cui danno luogo nei termini di teoria “fallologocentrica”, si può rintracciare un qualche riferimento alle anguille?
(2b)- C’è qualche collegamento tra le anguille stesse e le statuette falloidi (dragoni gotici, divinità egizie e serpenti, teste intagliate) di cui Freud amava circondarsi e che popolavano (vedi foto - Freud Museum, London), assieme al suddetto quadro, il suo studio?
(2b.II) – Quale rapporto in particolare tra Freud, le anguille e la statuetta egizia “divinità con testa d’uccello”, che Freud aveva posta accanto alla sua poltrona nell’ambulatorio?
Di tali statue, che egli chiamava “i miei vecchi dèi rovinati”, dice Hilda Doolittle (paziente di Sigmund, riferendo ciò che lo stesso Freud le aveva detto): “quelle statuine e immagini lo aiutavano a fermare l’idea fuggevole, o a impedire almeno che si dileguasse del tutto”.
Dunque:
(3a+b)- Qual’era questa idea?
Sarà forse la stessa che nel 2005 ha ispirato l'architetto Jean Nouvelle per la progettazione della torre Agbar, nel distretto di Sant Martì a Barcellona?
“Ogni scarafone è bello a mamma soja” (detto napoletano).
Il piccolo Freud, figlio del quarantunenne commerciante di tessuti Jacob e della sua terza moglie, la ventunenne Amalia, è il terzogenito del commerciante (ne aveva due adulti che vivevano nelle vicinanze), ma per Amalia è il primogenito. Questo, forse, il motivo per cui ella nutrì sempre per lui una particolare preferenza.
Nel 1860 “Sigi”, come lo chiamavano in famiglia (la madre continuò a chiamarlo per tutta la vita “mein goldner Sigi” – mio dorato Sigi), si trasferì con la famiglia a Vienna, cambiando qualche anno più tardi nuovamente abitazione (causa probabile la nascita delle sei sorelle).
Nella nuova casa Freud è l’unico a cui tocca una camera da solo; è lui inoltre a possedere l’unica lampada a disposizione (il resto della famiglia usa le candele), ed è anche il solo, poiché deve studiare, cui è permesso di cenare nella propria camera - per non interrompere il lavoro.
Mentre studia l’alacre Sigi, che è molto stonato, è abituato a canticchiare canzoni popolari viennesi, ma, se le sorelle suonano il piano, si distrae. Le lezioni delle sorelle vengono dunque interrotte e lo strumento venduto.
..
A scuola
A scuola (lo Spenglergymnasium), per tutti gli otto anni, Freud è seduto al primo banco, ed è costantemente il primo della classe.
Il ricordo dell’invidia e del risentimento dei compagni resterà impresso nella sua memoria e nelle sue lettere per molti anni.
Tale successo scolastico confermò tuttavia e accrebbe la premura della madre.
L'eroe conquistatore e il quadro di Ingres.
Da dove potrebbe dunque provenire la convinzione, che rimarrà inalterata in Freud, che “se un uomo è stato l’indiscutibile preferito di sua madre, per tutta la vita manterrà la sensazione di essere un vincitore, avrà cioè quella fiducia nella propria riuscita che spesso davvero porta al successo” (E. Jones, Vita e opere di Freud, 1977)?
Le anguille
Dopo essersi diplomato a pieni voti (i migliori della classe, col lavoro sull’Edipo Re), nell’autunno 1873 Freud si iscrive alla facoltà di medicina dell’università di Vienna. Non sappiamo se anche lì è seduto al primo banco, quel che è certo è che il 15 Marzo 1887 appare, nei “Lavori dell’istituto zoologico di anatomia comparata dell’università di Vienna” un suo scritto, il cui frontespizio riporta:
“Beobachtungen über Gestaltung und feineren Bau der als Hoden beschriebenen Lappenorgane des Aals“
(Mit 1. Tafel)
Von SIGMUND FREUD
Vorgelegt in der Sitzung am 15.März 1877.
Traduzione:
“Osservazioni sulla conformazione e sulla struttura degli organi lobari dell’anguilla descritti come testicoli”
(Con 1 tavola)
Di Sigmund Freud
Presentato nella sessione del 15 Marzo 1877.
Il lavoro inizia così: “Nei mesi da marzo a settembre dell’anno 1876 ho esaminato in tutto circa 400 anguille, lunghe dai 200 ai 650 mm […]”.
Conclusioni. [Il gatto (o meglio, il serpente) si morde la coda?]
Insomma, se applichiamo il principio con cui Freud ha cassato l'amico Fliess a Freud stesso la domanda sorge da sé: Ma quando Sigmund ci propone le sue teorie sul complesso di Edipo, non ci starà mica riciclando il tema di greco?
E che possa il rapporto con la madre spiegare tanto Ingres quanto le teorie stesse?
Nell'interpretare più o meno freudianamente questi episodi di vita come indizi, attenzione però a quello che Freud ci dice - o ci confessa - su questa (bzw. sulla sua) pratica interpretativa:
“Anche lavorare sulla base di piccoli indizi, come usiamo costantemente fare in questo campo, comporta determinati pericoli. Vi è una malattia psichica, la “paranoia combinatoria”, nella quale l’impiego di tali piccoli indizi viene effettuato in modo illimitato; e io naturalmente non mi farò garante che le inferenze costituite su questo fondamento siano sempre corrette”
S. Freud. Introduzione alla psicoanalisi, p. 63
Freudiani o fliessiani che siate, non fatevi dunque prendere troppo dalle associazioni ed infereze tra teorie e psicologie, perché, a parte il fatto che potrebbe non esservene alcuna, correte anche il rischio che queste diventino paranoiche (ammesso che già non lo siano).
Appendice:
1) La fine dei rapporti Fliess-Freud:
Il 20 luglio 1904, Fliess scriverà, chiedendo chiarimenti, a Freud: “Caro Sigmund, ho preso visione di un libro di Weininger, e con grande costernazione ho trovato esposte nella prima parte, che tratta di biologia, le mie idee sulla bisessualità e sulla natura dell'attrazione bisessuale che ne consegue, gli uomini effemminati attraggono le donne mscoline e viceversa...
Noto da una citazione che Weininger conosceva Swoboda, il tuo allievo, prima della pubblicazione del libro di quest’ultimo e apprendo qui che i due erano intimi amici. Non ho dubbi che Weiniger abbia conosciuto le mie idee attraverso di te e abbia fatto un uso indebito di cose non sue. Ne sai qualcosa? Mi potrai dare una risposta franca (al mio indirizzo berlinese, dato che partirò da qui già il 23 sera)?"
Fliess aveva ragione; Otto Weininger, psicologo e filosofo viennese, rivendicava la primogenitura della teoria della bisessualità, che invece apparteneva a Fliess. Era stato Freud a rivelare tali teorie al suo paziente\allievo (i due termini si confondono sempre tra gli psicanalisti) Hermann Swoboda, intimo amico di Weininger, che poi le aveva pubblicate come sue. Freud se ne rese conto, putroppo, solo a cose fatte. (La psicanalisi d'altronde è costitutivamente un metodo del "dopo", dell' "a cose fatte"). Ripensandoci, capì che aveva agito per privare l'amico della sua originalità.
Fine dell'amicizia.
2) La verga di Mosè (e il biblico Viagra).
Nel 1915 Freud scrive un capitolo della sua Introduzione alla psicanalisi, intitolato "Simbolismo del sogno", in cui fa notare: "Ai simboli sessuali machili meno comprensibili appartengono certi rettili e pesci, soprattutto il famoso simbolo del serpente".
Rimandiamo sopra per il riferimento di questo passo alla fase anguillifera di Freud, volgendoci invece alla Bibbia, che in qualche modo sembra confermare le teorie freudiane.
La storia di Adamo ed Eva è nota a tutti:
"Il serpente era il più astuto di tutti gli animali della campagna, che il Signore Iddio aveva formato [etc. etc.]". (Genesi 3,1); è lui che seduce Eva, che accende la sua vanità, proponendole di diventare come dio stesso nutrendosi del frutto dell'albero proibito...
(Eh sì, purtroppo anche il povero Bis o Sir Hiss sembra dover soggiacere alla fallologica freudiana...)
Qualcuno tuttavia ha fatto notare che "il serpente, come simbolo del pene, sarà pure insinuante e viscido, ma è un po' moscio". Giusto. Ma guardate cosa si legge scorrendo di qualche pagina il testo sacro, nel libro successivo:
"Il Signore allore gli disse:
- Che cosa hai in mano?
Egli rispose:
- Una verga
- "Gettala a terra", gli comandò il Signore.
Egli la gettò, e quella si cambiò in serpente: allora Mosè si tirò indietro spaventato.
Ma il Signore gli disse:
- Stendi la tua mano e prendilo per la coda!
Egli stese la mano e lo prese, e il serpente tornò ad essere una verga in mano di Mosè.
"Così crederanno che il Signore iddio dei loro padri, Iddio di Abramo, d'Isacco e di Giacobbe ti è apparso".
(Esodo, 4, 2-5)
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