domenica 22 marzo 2009

La galleria dei leader. Dieci idealtipi di immagini performative di successo. [Prima parte]



Tratto dal testo di Mauro Barisione, professore di Analisi dell' opinione pubblica all' Università Statale di Milano, "L'immagine del leader" (pag. 113-118) uscito nel 2006.
Qui un'articolo di "Repubblica" (edizione di Bologna) che ne parla.



La politica, dice Barisione, è divenuta sostanzialmente videopolitica (definizione di G.Sartori), e poichè la televisione nel nostro mondo ipercomplesso e saturo di informazione, filtra solo ciò che può essere visualizzato (le immagini), in ambito politico non si hanno più i programmi, le idee o i progetti ma solo i leader.
La conoscenza del leader non può che fondarsi dunque sull'immagine televisiva percepita dal telespettatore-elettore, costruita artificialmente dai professionisti della comunicazione elettorale e del marketing politico e di cui la sfera performativa è la componente più influente (rispetto a quella personale e a quella politica).

Immagine performativa:
è composta dagli attributi politico-personali di un leader, ossia da quegli attributi che sono personali ma hanno rilevanza politica in quanto considerati dagli elettori qualità necessarie per un leader che voglia definirsi tale e indizi per valutare se egli abbia la capacità di realizzare una buona performance di governo qualora investito di una carica.
Tra queste si annoverano la credibilità, la competenza, l'affidabilità, la forza, l'onestà, la determinazione, la sincerità, la convinzione, la serietà...


In questa puntata:
1- IL CRESO
2- IL VINCENTE
3- IL NORMALE
4- IL MANAGER
5- L'OUTSIDER


1
- IL CRESO(ricco per antonomasia)
Quando l'immagine personale del candidato "ricco come un Creso" si trasfigura nell'immagine performativa del "Re Mida", che trasforma in oro ciò che tocca. O, almeno, quando tale è l'aspettativa che il pubblico ripone in lui, e che questi ha alimentato ad arte. E' il candidato leader multimilionario, di una ricchezza prodotta in sfere extrapolitiche. E' una variante, una specificazione dell'outsider. E' l'outsider dotato del cavallo di battaglia più strumentale: la produzione di ricchezza per mezzo di ricchezza, e per mezzo di rinomate capacità a produrne. Eppure, egli non fa appello solo all'elettore stratega, homo oeconomicus, modello rational choice, calcolo costi-benefici. Il Creso è evocativo, ha una visione (un paese più ricco, più prospero), fa sognare. Il consenso che suscita è strumentale ed espressivo al contempo.
2- IL VINCENTE
Il candidato tanto più votato quanto più pronosticato vincente. Come il cavallo su cui si punta perchè dato per vincitore, così nella horse race della competizione elettorale. Una ricca sequela di teorie concorrono a spiegare il fenomeno: dall'effetto bandwagon (saltare sul carro del vincitore) e la transumanza verso il futuro capo; alla "definizione della situazione" come reale e reale nelle conseguenze; alla self-fullfilling prophecy, o "profezia che si autoadempie"; alla legittimazione conferita dalla viability (o eleggibilità); alla triade "clima d'opinione-paura dell'isolamento-spirale del silenzio" [...]. La morale è sempre che l'immagine del Vincente aiuti a vincere, nonostante il non raro controesempio dell'underdog, l'inseguitore, che scavalca il frontrunner, il candidato in testa. Ma, in generale, chi conquista l'etichetta pubblica di futuro presidente vive di rendita di questa stessa immagine per tutta la campagna, hasta la victoria (fino alla vittoria), forse.
3- IL NORMALE
Immagine performativa più vicina alla sfera dei posizionamenti politici, quella del Normale resta tuttavia del tutto a-programmatica. La Norma - o medietas culturale traducibile nell'adesione al Senso Comune, all'Opinione Dominante - gli permette di posizionarsi agevolmente nello spazio politico. Persuaso che la Norma sia fissata una volta per tutte nell'ordine delle cose, egli rassicura così la famiglia elettorale dell'homo communis, inestimabile serbatoio di voti politicamente malleabili, pronti a riversarsi su ciò che sembri hic et nunc (qui ed ora) più, appunto, normale. Seguendo la ruota della storia e della geografia, si trova traccia del Normale nel leader politico che: in Sicilia, si accomoda con Cosa Nostra; in Afghanistan, codifica l'usanza del burqa; in Texas, autorizza le esecuzioni capitali; nella Cina comunista, fa smantellare i templi buddisti.
Un'immagine di sicura normalità caratterizzava altresì i leader occidentali disposti a bombardare città e popolazioni civili. Come il tipo opposto - l'Utopico - il Normale al potere è capace in verità delle azioni più estreme. Che in quel contesto sembrano però, appunto, normali, contrariamente a quelle dell'Utopico, che in quel contesto sembrano estreme. E fanno rifuggire l'elettore mediano (medio). Perciò, il Normale entra nella galleria degli idealtipi di successo, l'Utopico resta fuori.
4- IL MANAGER
Fra i tipi performativi, il manager suscita il consenso meno espressivo, più strumentale. Nei territori post-ideologici, quando i venti dell'anti-politica soffiano forti, il candidato dall'immagine manageriale è uno dei tipi dal rendimento più sicuro. Non tanto nel paese dove l'economia abbia tirato i remi in barca, terreno di caccia privilegiato del Creso. Piuttosto, nel paese dall'alto reddito medio pro capite, o nell'unità territoriale che più contribuisce al Pil. Laddove, insomma, l'elettorato esprime innanzitutto una domanda si efficienza, nella sostanziale continuità, o nel cambiamento non traumatico. [...]. Non trascina voti, non converte, non è indicato per scalzare l'incumbent (il candidato uscente) è però in grado di garantire una solida maggioranza al partito dominante.
5- L'OUTSIDER
Controcanto del Politico tradizionale e del Burocrate di partito, l'Outsider è il candidato che viene da un altro mondo. In quanto tale, apporta linguaggi nuovi, risorse fresche, competenze diverse. E voti supplementari. Passe-partout di frequente efficacia, egli può rivelarsi grimaldello di successo sia nei sistemi politici in crisi o in transizione difficile, sia in quelli troppo stabili, dove l'incumbent (il candidato uscente) pare il beneficiario di una carica a vita. La provenienza dell'Outsider è ininfluente: il cinema, i generi alimentari, l'oncologia. Uno solo è il requisito richiesto, oltre all'alterità rispetto all'universo politico: la popolarità. Non è detto che sarà un ottimo leader, nè per la verità un ottimo campaigner (chi partecipa a una campagna elettorale).
Ma l'Outsider dall'elevata popolarità che si mostri portato per la comunicazione di campagna sarà un candidato tra i più competitivi possibili. Spostando il focus della campagna elettorale sulla diversità della propria immagine performativa, potrà scombinare le tradizionali linee di appartenenza degli elettori e dare luogo a un'elezione deviante, dove chi vinceva sempre, stavolta perde. O perfino a un'elezione di riallineamento, dove chi perdeva sempre, a partire da stavolta, vince.


Nella prossima puntata:
6- IL CARISMATICO
7- IL POST-IDENTITARIO
8- IL LEADER FORTE
9- L'EVERYDAY MAN
10- IL GENUINO

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