Mi scuso per l'assenza prolungata dal blog, dettata da impegni e mancanza di voglia (ammettiamolo).
Ritorno con un breve intervento, una piccola inchiesta da fotoreporter, su ciò che è successo martedì 2 giugno a Prato, presso il Museo Pecci.
Per la prima volta nella storia della nostra città un Presidente del Consiglio è venuto a farci visita, presentandosi ad un comizio per appoggiare i candidati del proprio partito alle elezioni amministrative.
Come saprete il nostro Presidente del Consiglio è sovente oggetto di critiche (non solo di venerazione) da parte dei cittadini italiani. In particolare nella nostra regione la maggioranza (anche se le elezioni che cominciano oggi potrebbero contraddire questa affermazione) non lo gradisce.
Di qui era prevedibile immaginare che al comizio tenutosi al Pecci si presentassero, oltre che a un numero considerevole di adoratori, anche un certo quantitativo di critici. Queste persone non ossequiose nei confronti dell'operato dell'attuale governo si sono date appuntamento su internet per ritrovarsi al Museo a protestare contro la presenza di una persona che incarna la figura dello Stato Italiano, ma che non rappresenta i valori in cui queste persone credono.
La manifestazione si è svolta in maniera totalmente non violenta (e, per lo più, in toni pacifici).
La polizia che stava presidiando il Museo per assicurare il regolare svolgimento del comizio non ha però gradito che il corteo fosse riuscito ad avvicinarsi troppo e ha fatto una carica di alleggerimento nei confronti dei manifestanti. Non una carica, sia chiaro. Nelle cariche si manganella dei manifestanti che danno segni di violenza. Nelle cariche di alleggerimento invece si manganella dei manifestanti che non danno segni di violenza. Si manganella, ma piano. E con rispetto.
Del resto i manifestanti hanno osato avvicinarsi troppo e criticare il Premier al coro di "PRO-CE-SSO" e "MA-FIO-SO", quando invece i partecipanti al comizio hanno avuto il buon gusto di non prenderserla con dei membri delle rispettabilissime istituzioni e si sono limitati ad intonare, incitando la polizia, "AMMA-ZZATELI".
In un ultimo gesto di superiorità verso i facinorosi manifestanti, i partecipanti al comizio, una volta diretti verso l'uscita si sono fatti scappare (involontariamente, sia chiaro, un po' come il dottor Stranamore) un saluto romano.
La polizia ha preferito concentrarsi nel fermare l'ira dei manifestanti piuttosto che prendere le generalità di tali signori che con questo gesto potrebbero rischiare un processo per apologia del fascismo.
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1 commento:
Le pause del blog sono fisiologiche e in corrispondenza delle sessioni d'esame, come quella che stiamo attraversando attualmente, e da cui, come mi ha informato la D., tu ormai sei immune.
Esigi un intervento celebrativo come fu riservato nella medesima occasione a Le_cas?(http://ecosidimenticammolerose.blogspot.com/2008/11/con-i-poteri-me-conferiti-di.html)
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